TORNA "AMLETO" AL TEATRO DEHON |
“L’incontro con Shakespeare è una ulteriore sfida – scrive Alessandra Cortesi nelle note di regia -. ‘Amleto’ è un testo che abbraccia il tutto: tra le sue parole si possono trovare amore, tragedia, commedia, lotta, morte e non morte. L’essere umano scandagliato in ogni sua sfaccettatura. Ecco perché si rende necessario compiere delle scelte per ridurlo e avvicinarlo ad un gruppo che è abituato ad esprimersi giocando, in situazioni performative poco verbali e molto libere. Il linguaggio teatrale che più rispecchia questo gruppo è la coralità, in risposta ad un’individualità che li rende più fragili e più diversi di quanto sono realmente. La pluralità di segni, di voci, di corpi, fa emergere la forza di una comunità anomala che ha un obiettivo significativo: quello di integrarsi”.
”Dopo la tournèe a Valencia dello scorso anno - dice Fulvio De Nigris direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma, gli amici di Luca - il Teatro dei risvegli, il progetto che l’associazione Gli amici di Luca porta avanti dal 2003 con laboratori teatrali rivolti a persone con esiti di coma, torna così all’estero. Lo fa con uno spettacolo che ben rappresenta una pratica ormai consolidata nei processi di risocializzazione in persone che hanno avuto un’esperienza di coma. Ormai da molti anni portiamo l’esperienza innovativa della Casa dei Risvegli Luca De Nigris la struttura pubblica dell’Azienda Usl di Bologna rivolta alle persone con esiti di coma e le loro famiglie in giro per l’Italia. E negli ultimi anni, grazie a due progetti europei siamo approdati al Parlamento Europeo che ha definito il nostro un “progetto di successo”. La metodologia utilizzata ha sempre inteso allenare non solo una funzionalità crescente, ma anche una capacità di relazionarsi con se stessi e con gli altri. Il Teatro diventa dunque necessario, annulla le differenze e nel suo ambito artistico e sociale, fa emerge un ruolo terapeutico che si prospetta come un’ulteriore medicina, sicuramente non convenzionale. Vogliamo esprimere un caloroso e riconoscente ringraziamento all’Istituto Italiano di Cultura che ci ospita e promuove l’iniziativa e alla Pastorale italiana a Bruxelles che ci supporta”.
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