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"Teatro nel risvegli rassegna delle differenze" i prossimi appuntamenti MARTEDì 21 GENNAIO -LUNEDì 25 FEBBRAIO ore 21.00 e MARTEDì 26 febbraio mattinata per le scuole |
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L’associazione Gli amici di Luca opera in maniera specifica ed originale con un gruppo teatrale che nasce nel 2003 ed è formato da volontari, ragazzi che hanno vissuto l’esperienza del coma, giovani attori e operatori della Casa dei Risvegli Luca De Nigris diretta dal prof. Roberto Piperno anche responsabile scientifico del Centro Studi per la Ricerca sul Coma..La finalità principale di questo laboratorio espressivo è quella di fornire degli strumenti per comunicare, per conoscersi e, quindi, per far conoscere agli altri le proprie qualità e potenzialità. Da tale laboratorio, attivo dal maggio 2003 e coordinato da Stefano Masotti e Alessandra Cortesi sono state realizzate ormai cinque produzioni teatrali che hanno permesso momenti di integrazione e socializzazione durante la presentazione al pubblico. Il gruppo si rapporta con il corso di Laurea DAMS dell’Università di Bologna (con la cattedra di Storia del Nuovo teatri di Cristina Valenti). La collaborazione e il sostegno che il Teatroaperto/Teatro Dehon continua a dare al progetto della Casa dei Risvegli Luca De Nigris ed alle nostre attività ci permette oggi di portare in scena a Bologna questi spettacoli e diffonderli ad un pubblico vasto (in aprile saremo poi nella programmazione del Teatro La Soffitta). Prossimi appuntamenti della rassegna Lunedì 25 febbraio ore 21.00 : ”QUALCOSA E' CAMBIATO" performance teatrale, regia di Alessandra Cortesi e Stefano Masotti. Testo scritto da gli attori della compagnia per uno spettacolo basato sul contrasto tra il silenzio e il rumore, ombre e luci, costruito con grande passione da tutta la comunità che si è creata attorno all’esperienza di questi ragazzi usciti dal coma. Martedì 26 febbraio ore 10.30: “QUALCOSA E’ CAMBIATO” replica per gli Istituti Superiori. “QUALCOSA E’ CAMBIATO” è il secondo lavoro realizzato dalla compagnia Gli amici di Luca. “Lo spettacolo si sviluppa su quattro fasi – afferma Stefano Masotti – dal ricordo della vita precedente al trauma, all’evento traumatico, al periodo in rianimazione, alla riabilitazione, fino all’esito positivo con il ritorno a casa o il protrarsi dello stato vegetativo ed il ricovero in una struttura di lungodegenza. Su queste sollecitazioni i ragazzi, nell’ambito del laboratorio cominciato nel febbraio di quest’anno (a proseguimento del lavoro svolto dal maggio dello scorso anno) hanno scritto un testo per uno spettacolo basato sul contrasto tra il silenzio e il rumore, l’ombra e le luci, costruito con grande passione da tutta la comunità che si è creata attorno all’esperienza di questi ragazzi usciti dal coma”. “Il gruppo continua ad espandersi – afferma Fulvio De Nigris direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma –ed al di là dei pregevoli risultati sulla scena, dimostra ancora una volta come il teatro possa avere valenza terapeutica ed, in questo caso, essere un utile strumento di risocializzazione. La Casa dei Risvegli Luca De Nigris sede permanente delle prove del Laboratorio espressivo è il luogo ideale per di continuare con il teatro quell’esperienza terapeutica che in questi anni è stata condotta all’interno del centro diretto da Roberto Piperno. Questi ragazzi assieme ai loro familiari che li seguono ancora di più diomostrano tutto l’entusiasmo possibile per continuare una esperienza che è stata molto utile per il loro reinserimento ed ancora lo sarà per altri ragazzi che stanno compiendo quel difficile e lungo cammino verso il risveglio”. A cinque anni dall’inizio dell’attività della "Compagnia teatrale Gli amici di Luca”, è stato anche utilizzato lo strumento dell’intervista per realizzare una ricerca con la finalità di valutare “l’impatto del teatro” sugli attori con esiti di coma (a cura di: Stefano Masotti operatore teatrale Laboratorio Espressivo “Casa dei Risvegli Luca De Nigris”; Fulvio De Nigris direttore Centro Studi per la Ricerca sul Coma).Le domande guida che hanno orientato l’indagine erano varie e tra queste: “Può l’esperienza teatrale fatta con persone con esito di coma e già de-ospedalizzati essere considerata, non solo un intervento di aggregazione, intrattenimento e reinserimento sociale ma, un intervento che si inserisce nel percorso riabilitativo dei soggetti?” e ”Può un’esperienza formativa/educativa basata sulle tecniche del teatro sviluppare e attivare processi di recupero di abilità ed essere considerata un intervento che possa modificare i livelli di autonomia compatibili con lo stato dei soggetti e quindi di tipo riabilitativo?”. Le domande erano in contrasto con l’opinione comunemente diffusa che una attività connotata fortemente da una dimensione ludica possa ritenersi esclusivamente un’attività di animazione in cui l’obiettivo è quello di assistere il soggetto, magari alleggerendolo temporaneamente dal peso della propria condizione, senza pensarlo dotato di un potenziale di cambiamento e miglioramento nella direzione di un recupero delle autonomie funzionali. Per rispondere a queste domande sono stati intervistati gli 8 partecipanti, che hanno vissuto l’esperienza del coma, al laboratorio teatrale che ha portato alla produzione dell'ultimo spettacolo della compagnia.Il percorso metodologico della ricerca, realizzata da giugno a ottobre 2006, si è sviluppato in quattro fasi (dalla definizione del campione, strutturazione e realizzazione delle interviste agli 8 ragazzi, elaborazione delle stesse e dei risultati). Le domande indagavano le eventuali modificazioni nelle seguenti aree dovute all'esperienza teatrale: le motivazioni che avevano portato i ragazzi a iniziare e a continuare l’attività; le difficoltà incontrate durante i primi incontri e tutto il percorso espressivo, ed eventualmente superate; le emozioni vissute nel laboratorio e negli spettacoli; le riflessioni fatte sulle proprie risorse (abilità), scoperte o riscoperte; la possibilità di declinare nella vita di tutti i giorni gli “apprendimenti” e le scoperte fatte nel laboratorio; l’eventuale modificazione della percezione del Sé; le modificazioni della percezione del corpo, della voce, delle emozioni, delle relazioni, all’interno della propria realtà personale; le riflessioni in merito alle modificazioni dei personali livelli di auto-stima e auto-efficacia percepiti; l’importanza di poter elaborare in gruppo la tematica inerente al trauma subito; le modificazioni dei rapporti con la famiglia, con gli altri in generale e con la società.Dalle risposte alle interviste è emerso che, dopo aver cominciato a fare teatro, i ragazzi hanno avuto una notevole modificazione della percezione di sé stessi e dei propri livelli di auto-stima, della conoscenza delle proprie abilità e della ri-acquisizione di alcune funzionalità perdute. E’ possibile sostenere che il percorso teatrale intrapreso abbia aiutato questi ragazzi a sviluppare una maggior conoscenza di sé nel momento in cui, mettendosi in gioco, hanno fatto emergere non solo aspetti cognitivi ma anche emotivi della loro personalità. Il processo di lettura del proprio mondo interiore è divenuto possibile agendo la dimensione ludico-didattico-educativa del teatro che ha inoltre contribuito a far scoprire e ri-scoprire ai partecipanti abilità e risorse personali con cui affrontare situazioni di vita quotidiana.Non si vuole certamente dichiarare che il teatro possa sostituire un intervento medico-sanitario, ma bensì comprendere fino a che punto una attività di laboratorio teatrale possa contribuire a sviluppare, con soggetti con disabilità sopravvenute, un potenziale di recupero psico-fisico e permettere, anche a molti anni di distanza dall’evento traumatico, un miglioramento delle funzioni e delle autonomie. Gli amici di Luca via Saffi 10 - 40131 Bologna. Tel 051/6494570 – fax 051/6494865–www.amicidiluca.it –
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