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SI E' CHIUSA LA GIORNATA NAZIONALE DEI RISVEGLI PDF Stampa E-mail

" Oggi si compie un desiderio che ho nel cuore da molto tempo".

Con queste parole il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha aperto ieri mattina, proprio per celebrare la Giornata nazionalle dei risvegli, la sua prima visita alla “Casa dei Risvegli Luca De Nigris” dell’ospedale Bellaria di Bologna, il centro innovativo per persone con esiti di coma nato dall’incontro tra l’associazione “Gli amici di Luca” e l’Azienda Usl di Bologna. Accompagnato da Francesco Ripa di Meana, direttore generale dell’Azienda Usl di Bologna, il presidente del consiglio comunicale Maurizio Cevenini, il sindaco di San Lazzaro Marco Macciantelli e da Fulvio De Nigris e Maria Vaccari dell’associazione “Gli amici di Luca”, il cardinale Caffarra si è fermato per circa un’ora nella “Casa dei Risvegli Luca De Nigris”, visitando l’area residenziale e quella per le terapie e la riabilitazione, salutando il personale medico, i volontari dell’associazione e portando una parola di conforto e di speranza ai pazienti e ai loro familiari.

Nel giardino della “Casa dei Risvegli”, l’incontro con gli studenti bolognesi accorsi per la festa organizzata in occasione dell’undicesima “Giornata nazionale dei risvegli”.

La Casa dei Risvegli – ha detto il cardinale – è una realtà piena di significati straordinari. Il primo significato è che ogni vita merita di essere riconosciuta nella sua dignità, merita di essere accudita, aiutata a crescere nella sua pienezza. Queste affermazioni che sono alla base dell’umanesimo, qui le vediamo non solo proclamate, ma realizzate ogni giorno. Il secondo significato – ha aggiunto il cardinale Caffarra – è il modo in cui questa promozione della vita viene qui compiuta, cioè insieme e con il contributo delle famiglie”.

“Qui noi vediamo come la scienza e la carità – ha continuato il cardinale – sono le due grandi basi della cura delle persone inferme, anche gravemente inferme. Perché la carità senza scienza non è in grado di rispondere a tutti i bisogni, ma la scienza senza carità rischia di diventare empia”.

Nella sua lunga visita alla “Casa dei Risvegli Luca De Nigris”, il cardinale Caffarra ha voluto anche leggere il messaggio inviato il 6 ottobre all’associazione “Gli amici di Luca” dal cardinale Bertone della Segreteria di Stato Vaticano in occasione della “Giornata dei risvegli”: “Il sommo pontefice esprime il compiacimento per la generosa attività svolta in favore delle famiglie con persone care gravemente ammalate o in stato di coma e mentre incoraggia a proseguire con rinnovato impegno questa benemerita opera nell’annunciare il Vangelo della vita, assicura un orante ricordo per gli infermi, i familiari e quanti amorevolmente li assistono e imparte di cuore a tutti l’implorata benedizione apostolica”.

“Abbiate la consapevolezza – ha aggiunto il cardinale Caffarra prima della benedizione solenne – che voi state annunciando il grande Vangelo della vita, che la vita va custodita, va curata, va promossa. Per questo vi faccio ogni buon augurio, veramente, per il lavoro futuro”.

“Le sue parole – ha detto Fulvio De Nigris al cardinale Caffarra -, sono un premio per le famiglie, il riconoscimento per il loro indispensabile lavoro di cura”.

Maria Vaccari, presidente dell’associazione “Gli amici di Luca”, nel ringraziare il cardinale Caffarra ha voluto ancora una volta ringraziare Bologna e i bolognesi, “che ci permettono che questo sogno continui a essere realtà”.

Alla “Casa dei Risvegli Luca De Nigris” è intervenuto anche Alessandro Bergonzoni, da sempre testimonial dell’associazione: “Oggi noi parliamo anche di comunicare ai sani, noi vogliamo parlare con le persone che dicono che con la malattia non c’entrano, ma tutti noi c’entriamo sempre – ha detto Bergonzoni -. Noi oggi vogliamo volare alto e lo facciamo attraverso i palloncini”. Un rapido conto alla rovescia e centinaia di palloncini hanno colorato il cielo sopra l’ospedale Bellaria: ogni palloncino, un messaggio scritto dagli studenti e indirizzato ai ragazzi in coma, alle loro famiglie in generale a chi è meno fortunato. “Io li ho letti quasi tutti – ha concluso Maria Vaccari -, sono messaggi di vita e di speranza”.

 
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